Il profitto privato, per i padroni é più importante delle nostre vite e della nostra salute.Ciò è stato ulteriormente dimostrato durante questa pandemia, quando in pieno Lockdown hanno continuato a lavorare anche le produzioni non essenziali.
Ciò è successo anche alla Tenaris Dalmine, dove l’unica produzione essenziale era quella della Sabbio, ma nonostante ciò vi erano lavoratori all’opera anche in altri reparti.
Se ciò è accaduto alla Dalmine, un complesso enorme che durante tutto il periodo del Lockdown è stato sotto i riflettori della stampa, figuriamoci nelle piccole e medie imprese, sopratutto nelle valli.In Dalmine, si è ripartiti con una serie di accorgimenti concordati tra ASL-AZIENDA-SINDACATI RSU, senza però alcuna prova tampone prima del rientro.37 sono state le vittime accertate per il rientro a lavoro nella bergamasca.2452 gli infortuni legati al Covid-19 ( report INAIL ).
Alla Dalmine cosa ha riservato il rientro a lavoro ?Cassa integrazione, definizione di turni settimana per settimana, esuberi…
Ancora una volta i lavoratori sono chiamati a pagare lo scotto della crisi.Perché la sete di profitto non viene mai meno a “lor signori”, neanche durante una pandemia.Spremeranno tutto ciò che può essere spremuto, e lo stanno già facendo con accordi sindacali a ribasso, massima flessibilità, massimo profitto, meno lavoratori e meno soldi per chi rimane a lavorare.
Di fronte a tutto questo l’unica via di uscita è il protagonismo dei lavoratori e LA LORO ORGANIZZAZIONE DAL BASSO.
Basta essere succubi di padroni, sindacati collaborazionisti e delegati compiacenti.
FLMU-Dalmine
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